Equitazione Razionale

Lo sviluppo attraverso i secoli della conoscenza nell’equitazione può classificarsi in due categorie: empirica e razionale.

L’approccio empirico è certamente quello più antico e più estesamente adottato, e si basa principalmente sulla esperienza diretta, che a sua volta può valersi dell’istinto o di un metodo, ma certamente un ingrediente indispensabile perché si ottengano dei risultati con tale approccio è in ogni caso la presenza del talento, attributo quest’ultimo non alla portata di tutti.

Ecco perché l’approccio empirico, sia istintivo che metodico, comporta non solo molti insuccessi ma soprattutto il ricorso a metodi brutali nell’addestramento del cavallo.

Il conoscere il “come” e il “perché” ci porta all’Equitazione Razionale.

Le recenti scoperte sulle biomeccaniche equina ed umana hanno portato a rivedere alcuni concetti consolidati sulla loro interrelazione, anche se è sorprendente constatare come siano i grandi maestri del passato ad averne intuito correttamente alcuni aspetti e come sia al contrario proprio l’equitazione moderna, e specialmente quella agonistica, a non rispettarli.

Una Equitazione Razionale si fonda pertanto non solo sulla conoscenza approfondita della vasta letteratura equestre prodotta nei secoli ma anche dei risultati di alcuni studi sulla biomeccanica del cavallo e del cavaliere. Studi che contribuiscono a definire in modo più preciso quei “come” e quei “perché” indispensabili affinché il lavoro che noi eseguiamo con il cavallo sia corretto sia dal punto di vista specifico ed estetico che dal punto di vista del rispetto della sua integrità fisica e morale.

Uno degli obiettivi principali dell’ Equitazione Razionale è, di conseguenza, ribadire la centralità di  un aspetto, ultimamente molto trascurato, dell’interfaccia tra il cavallo e il cavaliere, che è quello costituito dall’assetto del cavaliere. E’ dalla qualità di quest’ultimo che dipende in gran parte anche quella dei movimenti del cavallo.

© Fabrizio Buccarella